Eccoci qui con la seconda edizione dei consigli di gola a New York: dopo la prima parte dedicata a dove fare colazione a NY, ecco qualche altro indirizzo da non perdere in città.
Facciamo una piccola premessa. Sono una convinta sostenitrice della “cucina tipica”, ma a New York questo diventa un concetto piuttosto labile. Esistono preparazioni diventate tipiche perché iconiche dello stile di vita americano, e sono quelle che vediamo ogni giorno nei film: per intenderci hamburger, pancakes, muffin, barbecue, qualsiasi genere di cibo fritto. Tutte ricette di origine diversa, importate dagli immigrati da ogni parte del mondo e poi assunti come cibo americano.
A New York, molti considerano piatti tradizionali i primi ad essere stati importati dagli immigrati, ovvero bagel (dagli ebrei) e pizza (dagli italiani). Questa è perciò una meta in cui si è autorizzati a non sentirsi in colpa se si assaggia qualcosa che potrebbe non sembrare affatto tipico, persino la pizza.
Eccoci quindi pronti per ripartire: altri 8 indirizzi in cui la città saprà prendervi per la gola.
Dove mangiare a New York
Bagels on the Square, 7 Carmine St
Poche cose fanno vero newyorkese come ordinare un bagel. Economico, di una semplicità disarmante eppure buonissimo, croccante all’esterno e soffice all’interno. È un’esperienza d’obbligo per poterne poi ordinare uno in qualsiasi altra città degli Stati Uniti ed esclamare con aria di sufficienza: nessuno sa fare i bagels come a New York. Qui nel Village potrete scegliere tra decine di gusti diversi sia per il panino che per la crema al formaggio, sia dolci che salati: per una vera esperienza da local provate il bagel “whole”.
5 Napkin, 630 9th Ave
Apriamo ora il capitolo hamburger, uno dei punti fermi della cucina americana. Dopo aver letto moltissimo in rete ed aver annotato diversi indirizzi, ho provato numerosi hamburger nel corso del viaggio. A partire dal famoso panino di Shake Shack, che ho trovato appena un gradino sopra quel McDonald’s che stavo evitando così accuratamente – un po’ perché lo detesto anche in Italia, un po’ perché avevamo deciso di non mangiare nelle catene internazionali ma cercare qualcosa di più autentico. Sono infine arrivata qui. Quello di 5Napkin è diventato immediatamente per Mauro il migliore hamburger di New York, ed anche se per certi versi io ho preferito Bareburger questo è stato l’unico locale in cui siamo tornati una seconda volta. Il prezzo è di fascia medio-alta ma si tratta pur sempre di un vero e proprio ristorante e non di una grande catena, il maggior costo corrisponde ad una qualità decisamente elevata. Il panino è ricchissimo e nel menu trovate anche ingredienti originali, come avocado e blue cheese.
Bareburger
Come ho scritto più su, in generale l’ho preferito di poco a 5Napkin, forse per il servizio meno formale. Presente con diversi ristoranti a New York, Bareburger unisce un ambiente spiritoso e colorato ad ottimi hamburger preparati con ingredienti biologici e naturali. Tra i punti di forza della catena ci sono le collaborazioni con piccoli produttori locali, la proposta di carne di bisonte oltre a quella di manzo e la possibilità di comporre il proprio panino con una vasta scelta di ingredienti – anche originalissimi: diversi tipi di pane, una decina di salse, verdure e formaggi differenti. Oltre al bisonte, anche alce, cinghiale, anatra ed altro ancora. Le patatine sono a parte, ma consiglio di ordinarne una sola porzione in due perchè piuttosto abbondanti.
Gansevoort Market, 52 Gansevoort Street
Andrò sicuramente contro l’opinione comune, ma il Chelsea Market mi ha lasciata un po’ interdetta. Più un agglomerato di piccoli locali separati tra loro che un vero mercato coperto, è uno splendido involucro in pieno stile Chelsea e Meatpacking District per una serie di elegantissimi punti ristoro – tra cui il più esteso è quello di Giovanni Rana, giusto perché sappiate cosa aspettarvi. Tutto molto bello, ma questo per me non è un mercato coperto.
Nello stesso ambito, ho decisamente preferito il vicinissimo Gansevoort Market, scoperto un po’ per caso dopo la passeggiata lungo la High Line. L’atmosfera è sempre quella del quartiere in cui ci troviamo, un po’ architettura industriale, molto hipster. Unisce piccoli punti ristoro che offrono cibo internazionale, dalla pizza ai tacos fino alle crepes. Io l’ho adorato, fateci un giro anche semplicemente per regalarvi un sorriso.
Spice Market, 403 West 13th Street
Questo è l’unico consiglio della mia lista che non ho avuto modo di testare di persona, ma lo Spice Market mi era stato caldamente raccomandato da due super esperte di New York come Elisa di Tripvillage e Sara di The Lost Avocado. Siamo sempre in zona Meatpacking District nel regno indiscusso della cucina fusion, un’altra di quelle esperienze che sarebbe un peccato non provare a New York. Arredamento elegante e menu ricercato, se ci fate un salto mandatemi la vostra recensione ma viste le fonti attendibili andrete senz’altro sul sicuro!
Motorino Pizza, 349 East 12th Street
Spero che nessun americano si offenda, ma nonostante lo considerino un cibo nazionale la loro idea di pizza è qualcosa di per me agghiacciante. Ho persino dato una possibilità ad un trancio di Joe’s Pizza, incuriosita dalle decine e decine di foto di personaggi famosi che l’hanno osannata come “miglior pizzeria di New York”, e l’orrore è stato seguito da fortissimi dubbi sulla capacità di giudizio di Kevin Spacey e compagni.
Poi in questo articolo – che è stato un po’ la mia piccola bibbia in fatto di consigli gastronomici, dateci un’occhiata! – ho riconosciuto la foto di una vera pizza. Testata nella realtà non mi ha affatto delusa, anzi. Una pizza napoletana come non ne mangiavo da tempo, per una serata a lume di candela nell’East Village o a Williamsburg.
Katz’s Delicatessen, 205 East Houston Street
Restiamo nell’East Village ma cambiamo drasticamente ambiente. “Where Harry met Sally… hope you have what she had!” vi augura un cartello sopra uno dei tavoli, e tra le mille foto alle pareti troverete l’immagine del celebre film: questo è proprio il punto esatto in cui Sally dimostrava che per una donna è possibile, eccome, fingere un orgasmo. Dicono che il pastrami di Katz’s sia il migliore di New York, e nonostante abbia capito al primo morso che questa carne così amata negli Stati Uniti non faceva proprio per me ve lo consiglio ugualmente. Se non altro perché mettere piede da Katz è come ritrovarsi catapultati improvvisamente al di fuori di Manhattan, in una dimensione da Route 66. Il servizio è rapido ed un po’ brusco, ma non lasciatevi spaventare, anche questo fa parte del suo fascino tutto americano: mettetevi in fila di fronte ad uno qualsiasi dei camerieri al banco ed ordinate, verrà segnato tutto ciò che prendete nel ticket consegnato all’ingresso. Il panino al pastrami costa circa 20 dollari ma è più che sufficiente per due persone. Oltre alla zona caffè e bibite troverete anche i rubinetti per l’acqua corrente, gratuita come sempre qui a New York. E mi raccomando… fate attenzione a non perdere il ticket!
230 Fifth, 230 Fifth Ave
Un viaggio a New York non potrebbe definirsi completo senza l’esperienza più americana che ci sia: il brunch. Dopo aver letto mille recensioni la mia scelta è ricaduta sul 230 Fifth: il più grande giardino all’aperto su un tetto di New York, con vista spettacolare sull’Empire State Building e sull’intera città. Il brunch si tiene di sabato e domenica ad un prezzo di 29$, con formula all you can eat: troverete le classiche uova in diverse varianti, bacon, hamburger componibili, ali di pollo, pancakes, cookies e waffles, persino un angolo dove lo chef prepara al momento omelettes con ingredienti a vostra scelta.
E la verità è che il cibo è l’ultima cosa cui penserete, perché con una vista così… davvero vi importa ancora del brunch?
Note pratiche
La mancia è buona prassi, per non dire un obbligo – nel senso che se la dimenticate potrebbero rincorrervi fino in strada senza tanti complimenti. Al costo indicato nei menu dovrete sempre aggiungere quindi le tasse (circa 8%) e la mancia (dal 15% in su). Se pagate con carta di credito vi verrà fatto firmare non un vero scontrino ma una pre-autorizzazione, sulla quale andrete a specificare la mancia che intendete lasciare. Attenzione a scrivere sempre personalmente la cifra, perché se lasciate il campo in bianco il cameriere potrebbe provvedere da sé.
L’acqua di rubinetto è sempre gratuita, vi basterà ordinare “tap water” per risparmiare qualche dollaro ad ogni pasto.
grazie per le dritte! quando sono stato a new york ho avuto diverse difficoltà nel trovare un posto dove mangiare, sarà che forse ero da solo e mi mettevano sempre al bar :(( al katz delicatessen c’era sempre una coda incredibile ed ho rinunciato anche li, peccato! ottimo post, complimenti :))
Grazie mille Andrea! Che gran peccato per Katz’s, anche se dal punto di vista del gusto non è stato il ristorante che ho preferito è un’esperienza unica. Devo ammettere che siamo stati fortunati e non abbiamo mai trovato code, in condizioni diverse probabilmente avrei rinunciato a molti di questi indirizzi in favore di fast food. La prossima volta che tornerai mi aggiornerai tu se scovi qualche altro indirizzo interessante 😉
Brava!! A parte che mi hai fatto venire una fame tremenda ADESSO… come facciamo?
La voglia di tornare a NYC c’é già da sola ma ora saprei già dove andare 🙂
Il Gansevoort Market lo hanno aperto qualche mese dopo che ci sono stata l’ultima volta… é proprio ora di tornare mi sa! Era già appuntato nelle cose da fare e ora mi hai incuriosito ancora di più! Ti dirò che a me il Chelsea Market piace, ma non lo intendo proprio come un mercato in effetti (tipo l’Östermalms Saluhall a Stoccolma…vero??) più che altro AMO il negozio di brownie! Dimmi che li hai provati..altrimenti devi tornare :p
Ciao Letizia, complimenti per il tuo blog! Quoto in pieno sia per Katz’s che per 230th fifth. Per la pizza mi sentirei di aggiungere Joe’s a West Village.
Noi parliamo di viaggi e citiamo spesso di New York, ma da un punto di vista strettamente fotografico. Te lo segnaliamo sperando di fare cosa gradita.
http://www.ishoottravels.com
Ciao Corrado, grazie mille per i complimenti! Abbiamo provato anche Joe’s per le ottime recensioni ma non ci è piaciuta affatto…devo ammettere però che siamo molto delicati riguardo alla pizza, l’unica che definiamo tale è quella napoletana mentre a NY hanno gusti ben diversi 🙂
allora vi sconsiglio altamente di provare la pizza Chicago Style (o deep dish). Anche se per me è buonissima è difficile definirla pizza 🙁
Ma quella è già una cosa completamente diversa, la assaggeremo in quanto tradizione locale ma non penso che nessuno la definirebbe pizza al pari di quella italiana 🙂 è proprio un piatto a sé!