“Ma, nel momento stesso che quel sorso misto a briciole di focaccia toccò il mio palato, trasalii,
attento a quanto avveniva in me di straordinario.”
No, non sono ancora riuscita a leggere l’intera Recherche, è uno di quegli obiettivi che mi pongo per il futuro. Ma da quando per la prima volta sono incappata nell’incipit dell’opera, con la memoria involontaria che fa scaturire 7 lunghi volumi da un semplice sapore, mi sento vicina a Proust. Perché è la verità: ci sono volti, esperienze, interi viaggi racchiusi nel senso del gusto. Ci sono sapori che a volte non riesci ad afferrare del tutto, sfuggono dalla piena comprensione, ma fanno improvvisamente animare il tuo intero inconscio. Ti fanno provare gioia, nostalgia, o tristezza, anche se non sei in grado di comprendere davvero il perché.
Esiste un senso più potente? Ciò che nel nostro corpo ci consente di assimilare i sapori, è anche capace di ricordare emozioni molto più a lungo del nostro cervello. È in grado di mantenere traccia di quel ricordo anche quando l’abbiamo rimosso.
Se un giorno dovessi fare una mia Ricerca, penserei al gusto dolce del caffelatte che Mauro mi porta a letto ogni mattina: un piccolo gesto quotidiano che se dovesse mancare mi farebbe subito sentire persa, c’è tutto l’amore di una famiglia racchiuso in quel caffè. Oppure al sapore di un croissant farcito con burro e marmellata, la colazione in hotel quand’ero piccola: quel gusto rappresentava l’inizio delle vacanze, profuma di mare e di estati italiane.
Inutile dire poi che andrei a far riaffiorare il ricordo di decine di viaggi. Ci sono i mille cantucci mangiati in auto durante una settimana on the road in Toscana, il mie goreng assaporato a Bali su una foglia di banano, le crepes sfogliate marocchine spalmate di marmellata a colazione, su una terrazza piena di sole sopra i tetti di una medina. L’aroma di cardamomo in una pasticceria svedese ed il pita gyros vista mare su un’isola greca.
E Lisbona? Lisbona ovviamente ha il sapore di un pastel de nata. Croccante e morbido allo stesso tempo, l’unione degli opposti com’è anche la città.
Lisbona è esattamente come me l’aspettavo: ha quel fascino decadente, le pareti bruciate dal sole, la serenità malinconica degli azulejos sbeccati. Ci sono mille porte bellissime e perfette in città, ma io finisco sempre per fotografare quelle rovinate, vissute: mi sembrava potessero raccontarmi mille storie. In sottofondo il continuo cigolio del Tram 28 che si inerpica tra i vicoli dell’Alfama – e lì ci abbandona per un’avaria elettrica, ma questa è un’altra storia.
Lisbona è colorata, vivace, intensa. Passi il tempo a salire, e scendere, e risalire di nuovo tra i suoi vicoli, cerchi l’ennesimo miradouro da cui darle un’occhiata e lei è sempre lì: non si mette in posa, Lisbona. Se ne sta adagiata sulle rive del Tago, si gode ogni raggio del sole senza curarsi di chi la guarda, senza nemmeno proteggersi. Si lascia bruciare e ne è felice: sa di piacere proprio per i suoi muri arsi dal sole, per gli azulejos sbeccati, per l’aria vissuta ed un po’ trasandata. È come per le porte: ce ne saranno sempre di più belle, eleganti, perfette, ma ti innamori di quelle che non si preoccupano dei segni lasciati dal tempo, anzi. Ne vanno orgogliose: in ogni crepa, in ogni segno, si può leggere una storia incredibile.
Lisbona ha il sapore dei pasteis de nata. Caldi e spolverati di cannella – quella cannella che fa da filo conduttore: da Stoccolma a Lisbona, dalle kanelbullar ai pasteis. Tutti i sorrisi e gli abbracci delle blogger con cui ho condiviso due esperienze dense di significato, racchiuse in un semplice, piccolo dolce.
Esiste una cosa che si chiama legame, che va al di là dei numeri, delle visualizzazioni e dei like. Questi due viaggi l’hanno reso unico.
Un abbraccio
Credo tu abbia proprio ragione. Da un dolce e da una città all’altra, sento che quel legame durerà ancora a lungo.
Ti abbraccio forte.
“Lisbona è colorata, vivace, intensa. Passi il tempo a salire, e scendere, e risalire di nuovo tra i suoi vicoli, cerchi l’ennesimo miradouro da cui darle un’occhiata e lei è sempre lì: non si mette in posa, Lisbona. Se ne sta adagiata sulle rive del Tago, si gode ogni raggio del sole senza curarsi di chi la guarda, senza nemmeno proteggersi.”
Mi ritrovo perfettamente nel tuo descrivere Lisbona, una città che ho adorato.
E quanto sono buoni i pasteis??
Mi fa piacere che ti ritrovi nella descrizione, abbiamo conosciuto la stessa Lisbona allora. Quanto mi piacerebbe un bel pastel ora! 🙂