Quando ho aperto questo blog, si è trattato un po’ di un gioco ed un po’ di una sfida. Poi è successo che si è trasformato (quasi) in un lavoro, ma questo ancora non lo sapevo. Quel che è certo è che è sempre stato un qualcosa di mio, una mia creatura, un mio spazio, spesso un’estensione di me in cui riversare parole ed emozioni. L’ho amato e poi odiato, accudito ed insultato, ho trascorso notti insonni ad armeggiare con codici, template e plugin ed ancora ci sono mille e più cose che devo imparare.
Non pensavo all’inizio di condividere il mio spazio con altri, e più passava il tempo, più il legame cresceva, più mi convincevo che non l’avrei fatto. Ma se c’è una sola persona a cui affiderei una parte così importante di me, è di sicuro Mauro. La mia metà perfetta nella vita e soprattutto in viaggio, quello che sbuffa quando scatto troppe foto e quando passo le serate scrivendo, ma che mi appoggia e sostiene sempre in questa folle avventura.
Oggi gli cedo la parola per presentarsi, ed oggi nasce una rubrica che racconterà diverse città da un punto di vista diverso: correndo. Se io infatti ho rovinato la sua dieta tra una pasticceria e l’altra, lui è la persona che mi ha insegnato ad apprezzare l’attività fisica – e se qualche anno fa mi aveste detto che sarei finita in palestra persino durante una vacanza su un’isola greca, sicuramente sarei scoppiata a ridere. Come si suol dire, ci siamo incontrati a metà strada, alla continua ricerca di equilibrio tra i piaceri di gola ed i doveri di una vita sana.
Ecco quindi #corroinviaggio: uno spazio in cui sarà Mauro a raccontarvi i nostri viaggi, uniti alla passione per la corsa ed a qualche consiglio musicale per la playlist perfetta. Mi aiutate a fargli un grosso in bocca al lupo?
Ciao sono Mauro: personal trainer e runner cinico
Scrivere di corse nei viaggi non è una scelta. Non credo affatto al destino, ai disegni imperscutabili di una qualche entità suprema, alla Τύχη oppure all’appartenenza ad un’unica coscienza che ha un’esperienza di sé soggettivamente – oddio quest’ultima ipotesi mi affascina, grazie Bill Hicks.
È qualcosa d’altro: una tecnica di sopravvivenza.
Passare le ore a scrutare le espressioni di tua moglie mentre dialoga (o più spesso litiga) con il suo blog ti obbliga a reagire: puoi seguire una strada radicalmente differente rischiando l’allontanamento e finendo per scrivere di quanto erano rabbiosamente sinceri i Guns N’ Roses fino al 1993 e di quanto vorresti vedere un concerto acustico di Chris Cornell ed Eddie Vedder insieme, oppure cercare un modo per coniugare le tue passioni ed il tuo stile di vita con le sue augurandoti che l’alchimia funzioni.
Il mio essere personal trainer e runner cinico mi impone di trovare un elemento per dare equilibrio ai nostri viaggi spesso alternativi, economici e con una forte inclinazione ad entrare a piè pari nella cultura alimentare del luogo. In altre parole prendere aerei con trolley dal peso specifico inaudito, camminare indefessamente per le città più belle del mondo, volersi tanto bene nonostante i contrattempi guastafeste purtroppo non basta a bruciare le giuste calorie, tocca correre. OK, allora scrivo di corsa, ci provo.
Negli anni ho letto diversi libri sull’argomento senza mai rimanerne coinvolto, pertanto tento di mettere nelle mie parole ciò che della corsa nei viaggi preferisco, ovvero la serenità e la gioia che immancabilmente sono il miglior traguardo di ogni uscita con le mie amiche A3, sottolineando come inevitabilmente si arrivi a conoscere una città anche quando il ritmo è scandito da un cardiofrequenzimetro ed il sudore scende su tutta la faccia. Passare per le vie di un luogo nuovo e spesso straniero mi permette di vedere come reagiscono le persone al mio passaggio, se salutano simpaticamente e mi fanno spazio o se mi ignorano rischiando di investirmi, mi fa misurare quanto spazio potrei ricavarmi nella moltitudine di palazzi e genti che si spostano continuamente tra uffici, ristoranti ed abitazioni aiutandomi a rispondere al classico quesito: ma io qui ci vivrei?
Provo un’intima felicità nel ripensare alle mie corse, un sentimento che vorrei condividere e che desidero essere contagioso; se vorrete leggermi vi spiegherò perché non mi sono mai pentito di aver riempito mezzo trolley con scarpe ed abbigliamento tecnico.
La corsa in una nuova città è sempre una meravigliosa scoperta con la quale allargare il proprio spirito. Dimostratemi il contrario.