“Anche se non si volesse credere alla verità che nascondono, è impossibile non credere alla loro incomparabile potenza simbolica. Nonostante la loro consunzione moderna, i miti restano, al pari della metafisica, un ponte gettato verso la trascendenza.” [E. Jünger]
Ho sognato questo luogo a lungo. Una piccola isola disabitata ed interamente occupata da uno dei siti archeologici più importanti al mondo, un luogo unico chiamato Delos. Dalla prima volta in cui ne ho sentito parlare sono rimasta affascinata dal mito, da quella tradizione densa di significato per cui su questa terra dopo Apollo nessuno puó nascere nè morire.
Gli studi classici sono una di quelle scelte che ripeterei in altre mille vite. Ci sono storie, miti che mi sono rimasti dentro e fanno ormai parte di me, amo la magia dei racconti delle metamorfosi e la profondità della filosofia antica. Guardo il mondo da un punto di vista tutto greco, è uno dei motivi per cui amo questa terra.
Proprio perché amo la Grecia e tutto ciò, non potevo non passare da qui, non potevo non mettere piede in questo luogo centrale. E non uso un termine a caso: lo stesso arcipelago delle Cicladi, conosciuto ed amato dai turisti di tutto il mondo, prende il suo nome dal fatto di formare un cerchio (kyklos) intorno all’isola di Delos.
Un’isola in cui il mito pervade l’aria stessa. Storie di amori proibiti, di tentativi di fuga, di infinite sventure e grandi ricompense: perché anche i racconti greci più tragici premiano la sopportazione con un lieto fine. Il lieto fine che trasformò Asteria, precipitata nell’Egeo in fuga da Zeus, in un’isola che potesse finalmente trovare pace. O quello che fece approdare Latona proprio su quest’isola, dopo che maledetta da Era aveva vagato invano alla ricerca di un luogo in cui partorire.
Ho fantasticato a lungo su questo momento, ho cercato notizie, ho aspettato con pazienza, e quando alla fine mi sono ritrovata al cospetto di Delos, a respirare a pieni polmoni oltre cinque millenni di mito e di storia, mi sono sentita grande e piccolissima allo stesso tempo. Il rumore di ogni mio passo si è unito a quello di tutti coloro che sono passati di qui. Tra le gradinate del teatro ho sentito risuonare versi di antiche tragedie, ho assaporato l’emozione della catarsi: mi sono purificata attraverso l’arte.
“Chi è privo di un mito è un uomo che non ha radici.” [C. G. Jung]
Sono dovuta arrivare fin qui per scoprire che una delle statue originali della Via dei Leoni – risalente al VII secolo a.C. – depredata alla fine del ‘600 si trova ora all’ingresso dell’Arsenale di Venezia. Con un’orribile testa posticcia, ma questa è tutta un’altra questione. Perché il punto è un altro: come spesso accade, mi sono resa conto di aver fatto un lungo viaggio per imparare qualcosa in realtà molto vicino. Torno a casa piena dell’emozione di essermi trovata a cospetto del grande mito, torno a casa con un’esperienza che sognavo da anni, e con la consapevolezza che anche questa volta il viaggio è riuscito ad arricchirmi.
“Il mito è il fondamento della vita, lo schema senza tempo, la formula secondo cui la vita si esprime quando fugge al di fuori dell’inconscio.” [T. Mann]
Stupendo questo post! A Creta ho provato le stesse sensazioni. È proprio vero che addentrarsi nella letteratura greca lascia un’impronta indelebile ..una sorta di fede nella mitologia, per cui quando ci si ritrova in uno di quei luoghi, ci si muove con rispetto e riverenza, come se a ogni passo si toccasse qualcosa di sacro.
Grazie mille Sara! Creta è una meta che sogno da molto, non vedo l’ora di poterla visitare ed emozionarmi ancora. La letteratura e la cultura greca lasciano un’impronta molto forte, e sono felice di potermi sentire vicina a tutti coloro che la portano come me.
Condivido la tua felicità! 🙂
p.s.: ho iniziato a leggere i vecchi post e questo blog mi piace sempre di più.
Grazie mille Sara! Ci si conosce grazie al Marocco e poi si scopre di avere altri sogni in comune, che meraviglia questa comunità di viaggiatori 🙂 Un abbraccio