Ve l’ho già scritto qualche volta: il buon cibo è una cosa seria. Per questo mi piace cercare locali diversi, che non servono semplicemente un piatto ma prestano invece attenzione ad ogni dettaglio, alla qualità della materia prima, alla preparazione ed alla presentazione. E quando scopro un nuovo locale con tutti gli ingredienti al posto giusto sono felice, non solo per il gusto ma perché è bello conoscere piccole storie di persone che si impegnano al massimo e mettono passione in quello che fanno. E per questo ho iniziato a raccontarvi queste storie, condividendole con voi.
Una settimana fa ho avuto modo di conoscere un nuovo locale che mi rende felice. Parlo di Gabin food, piccola storia di successo partita da Udine ed ora approdata in centro a Padova, nella scenografica ambientazione di Piazza Eremitani. Vi consiglio di tenere bene a mente questo nome perché ne sentirete parlare ancora. Gabin food ha tutta l’intenzione di espandersi in nuove sedi nei prossimi anni, ed ha all’attivo già un riconoscimento prestigioso: è stato infatti inserito dal Gambero Rosso nella guida dei migliori locali street food in Italia.
Si scrive street food, ma si legge gourmet, si mangia come una pizza, ma si chiama cornicione. Guidati dalla bravura dello chef Andrea Gabin abbiamo assaggiato specialità a base di pasta lievitata, club sandwich ed hamburger, ma sarebbe più semplice descrivere il menu per contrapposizione: non somiglia a nulla che potreste mangiare altrove. La buona base, come sempre accade, è quell’attenzione ai dettagli di cui vi scrivevo più su. Perché si fa presto a dire impasto, ma se questo è preparato con farine selezionate ed ingredienti biologici, la differenza c’è e si sente. Se poi lo condisci con spuma di piselli e tonno fresco, o con tartare e spuma di senape, capisci perché ha l’aspetto di una pizza… ma qui non si chiama così, perché è una liberissima interpretazione made in Gabin food.
Nel team Gabin food ci sono poi altri volti, altri sorrisi, ci sono una squadra affiatata e collaboratori: c’è chi cura la selezione delle migliori etichette, chi è attento alla comunicazione, chi inventa divertenti neologismi chi si occupa del design in ogni dettaglio. Il mio preferito? Un tavolino nato per caso da un errore di montaggio, trasformato nell’angolino da innamorati che – ci scommetto – diventerà il più postato su Instagram. E, sì, io l’ho postato per prima.
Ingredienti selezionati, materie prime della tradizione italiana reinventate con grande creatività, presentazione curata in un ambiente di design. E dietro tutto questo, quel che mi rende più felice è sempre assaporare il profumo di una passione. Parlare con chi ha deciso di buttarsi, di lasciare la cucina di ristoranti prestigiosi per aprire un piccolo locale nella periferia friulana. Quelle persone che hanno investito in un’idea, per trovarsi ben presto con la fila di clienti fuori dalla porta.
Mi piace pensare che tra qualche anno vedrò le immagini dell’inaugurazione di una nuova sede Gabin food a Milano, o magari New York, sapendo che sono partiti da qui, da una piccola realtà a me vicina: pura passione e stile italiano, di quelli che secoli fa conquistavano il mondo.
Il buon cibo è una cosa seria, ed ha un’aroma inconfondibile se assaporato in luoghi in cui la passione è di casa. Provare per credere.
Nel mondo nulla di grande è stato fatto senza passione.
Hegel