Passeggio a Lubiana in una giornata di sole e la città risplende di una luce meravigliosa. Ci sono i colori caldi dell’autunno, i palazzi dai toni vivaci affacciati sull’acqua, i tavoli dei caffè pieni di gente, ricolmi di vita. Il lungofiume è un susseguirsi di angoli felici, mi sembra di trovarmi all’interno di un attimo perfetto, di essere nel luogo giusto al momento giusto: la città mi accoglie dando il meglio di sè.
Un anno fa, in uno dei primissimi post di questo blog, vi avevo parlato di come ci siano dei momenti in cui partire è una tradizione di famiglia. Una di quelle tradizioni sacre da rispettare sempre, nonostante i contrattempi ed i cambi di programma, anche quando tutto sembra remarti contro: non importa tanto la direzione quanto il gesto stesso del partire, caricare una valigia in auto, impostare la rotta e via.
Dopo Vienna, Budapest, Salisburgo, questa è stata la volta della capitale slovena. Avevo ammirato Lubiana di sfuggita un paio d’anni fa, sulla via di un fine settimana romantico sul lago di Bled. Giusto qualche ora a passeggio, un caffè e delle foto prima di rimettersi in viaggio, ma anche allora l’avevo adorata. Ora la città si è liberata di qualche cantiere e si mostra ancora più bella: è una capitale pulita, raccolta, discreta.
Lubiana è talmente piccina da essere perfetta per un fine settimana, ed a poco servono liste di cosa fare o vedere: è un luogo che invita alla scoperta lentamente, in un susseguirsi di attimi sereni e di foto rubate da conservare gelosamente. Come il gatto che ti osserva attraverso una finestra, l’atmosfera elegante che prende forma sulle sponde del fiume, il profumo delle castagne arrosto, la barca che scivola silenziosa sull’acqua. Il calore di una zuppa in un ristorantino nascosto, lo sguardo che si perde imboccando i Tre Ponti.
L’anima di Lubiana ha il colore caldo delle foglie cadute, del tappeto fatto di tinte autunnali che risale la via, fino a quel castello che ti tiene sempre d’occhio da lassù. Ha il colore acceso delle piccole panchine mono-posto disseminate per la città e dei palazzi affacciati sul Ljubljanica.
Ed ha il colore dell’esplosione improvvisa di Metelkova, dove gli edifici – un tempo sede di caserme austroungariche – sono stati protetti dalla demolizione da una rete di oltre duecento volontari e trasformati in una sorta di “porto franco”. Sede di festival, concerti ed eventi di vario genere, ma soprattutto zona libera dove gli artisti possono dare libero sfogo alla loro creatività. Poco distante dalle vie più eleganti della capitale slovena, questo è il luogo in cui arte diventa mutamento, libertà e trasformazione.
Lubiana sa essere viva o silenziosa, pacata o esuberante, elegante o trascurata a seconda di dove indirizzi lo sguardo. Di sicuro ha un’anima verde, tanto da essere stata eletta la capitale ecologica d’Europa per il 2016: una città che punta sulla mobilità sostenibile, in cui ci sono più di 540 metri quadri di spazio verde per ogni abitante e dove la recinzione di filo spinato eretta durante la Seconda Guerra Mondiale è diventato un Sentiero delle rimembranze e della solidarietà, un anello lungo 35 chilometri popolato da sportivi di ogni età.
Dove è possibile saltare al volo su un Kavalir (“cavaliere”), piccolo veicolo elettrico che attraversa il centro storico chiuso al traffico per portare i passeggeri dove desiderano: niente fermate o percorsi predefiniti, ma un mezzo ecologico gratuito al servizio di cittadini e turisti curiosi.
Lubiana ha un’anima artistica, non solo a Metelkova ma anche nelle piccole gallerie contemporanee nascoste ad ogni angolo. L’anima che ogni due anni invade la città durante la Biennale Internazionale di Arti Grafiche, e nella cornice del Parco Tivoli si esibisce in mostre fotografiche all’aperto lungo la passeggiata Jakopič.
Lubiana sa essere attenta o trasognata, timida o vivace. È un nome da pronunciare sottovoce, per paura che la magia si spezzi e questo piccolo gioiello nascosto nel verde paesaggio della Slovenia finisca per dissolversi.
Lubiana è la dimensione di un fine settimana sereno, in cui non c’è alcuna urgenza, nulla che ti sia imposto di fare: e d’improvviso niente è più appagante del semplice passeggiare lentamente, su una riva e sull’altra del Ljubljanica. Prima che arrivi il momento di lasciare quelle panchine colorate e rimettersi in viaggio. Un saluto sussurrato ed un ultimo sguardo sognante, prima di tornare al normale, velocissimo scorrere del tempo.
Che bella questa descrizione di Lubiana! ci andrò per la prima volta tra una decina di giorni, visitando prima Trieste. Consigli per raggiungerla? Auto o mezzi? Grazie, Valentina (Se hai anche consigli su Trieste sono ben accetti 😉
Sono stata impegnatissima e mi ero persa il commento, perdonami 🙁 Temo ormai tu sia già tornata, com’è andato il viaggio?