Sono sicura che il video l’avete visto tutti (e se invece non l’avete fatto, dovreste rimediare immediatamente).
Parlo di quel video diventato virale qualche mese fa, in cui un gruppo di persone da tutto il mondo si sottopone ad un test del DNA per scoprire le proprie origini. C’è il cubano che apprende di avere geni dell’Europa dell’Est, l’inglese con una forte antipatia per la Germania che si ritrova ad essere per un 5% proprio tedesco.
Vi ho già raccontato al rientro dalla Giordania della mia insofferenza nei confronti di razzismo e messaggi d’odio. Di questi tempi, mentre sui giornali trovano spazio racconti di violenza, leggi che sembrano voler reintrodurre la discriminazione razziale e tanta paura per il diverso, credo che vedere nero su bianco come non esista il concetto di razza sia un esercizio di apertura mentale che dovrebbero fare tutti, ma proprio tutti. Perciò potete solo immaginare la mia gioia quando Momondo mi ha proposto di partecipare facendo a mia volta il test. Ho ricevuto a casa un kit completo, ho raccolto due campioni del mio DNA strofinando per bene l’interno della guancia come in una puntata di CSI, ed ho spedito il tutto ad un laboratorio che mi svelerà da dove arrivavano i miei antenati. Io che amo tanto le mappe, potrò vedere la mia: disegnata da geni e migrazioni lunghe secoli. Sono curiosa ed impaziente di ricevere i risultati: pensando ai popoli con i quali mi sono trovata più in sintonia mi chiedo, sarò un po’ greca ed un po’ berbera? O avrò invece geni del Nord, magari svedesi o scozzesi?
Non si tratta solo di curiosità per la propria mappa genetica, ma appunto di un grandissimo esercizio di apertura mentale. Quello che ogni viaggiatore sperimenta ogni volta in cui entra in contatto con una cultura differente, con i suoi riti, le sue tradizioni e anche i suoi pregiudizi. Lo scorso anno vi ho raccontato di Brahim, conosciuto in aereo al rientro dal Marocco: guardando Mauro ci aveva confessato come gli avessero consigliato di diffidare delle persone bionde. Uno stravolgimento totale del pensiero europeo ed occidentale: mentre da noi vengono guardati con sospetto tutti coloro che hanno la pelle più scura della nostra, loro hanno paura di chi quella pelle ce l’ha troppo chiara. Sono questi incontri, con il dialogo che scaturisce in viaggio, a farci immediatamente comprendere che tutti i pregiudizi sono sciocchi ed infondati.
Il viaggio ci apre la mente, e se tutti viaggiassimo di più basterebbe poco per trasformare il mondo in un posto migliore.
Per promuovere proprio questa apertura verso la diversità Momondo ha lanciato la sua campagna #DNAJourney, pronta a scoprire quanto i nostri codici genetici sono davvero globetrotter. Da oggi è attivo anche un concorso che offrirà a 30 persone la possibilità di effettuare il proprio test del DNA. Uno di loro, poi, potrà vincere un buono di 1500€ per viaggiare alla scoperta delle sue origini nei Paesi indicati nei risultati del test. Per partecipare dovrete collegarvi entro il 15 marzo 2017 e spiegare in 250 caratteri come rendereste il mondo un luogo più aperto grazie al viaggio.
Nel frattempo continuerò ad attendere con ansia i miei risultati: non vedo l’ora di scoprire la mia mappa genetica e svelarvi quali splendidi viaggi hanno fatto i miei antenati.
[Questo articolo è stato scritto in collaborazione con MOMONDO]
Ciao, ti sono arrivati i risultati? Cosa hai scoperto?
Non ancora, sono in attesa 🙂