Da diversi anni nel mese di novembre in Veneto si svolge un festival, “Veneto Spettacoli di Mistero”, dedicato a leggende, personaggi di fantasia della tradizione popolare e tutto ciò che è appunto oscuro, misterioso. Giunto alla nona edizione, il festival ha messo in scena quest’anno oltre 100 eventi in 82 località della Regione. Lo scopo degli organizzatori, con l’Unione delle Pro Loco in prima linea, è riscoprire i personaggi che da sempre popolano la tradizione veneta ed i racconti dei nonni, contribuendo a creare un grande patrimonio di storie e immagini come quelle che animano il Bosco Incantato a Combai, di cui vi ho già raccontato.
Ho avuto l’occasione di partecipare ad una delle iniziative di Spettacoli di Mistero grazie a #visitconegliano e mi sono resa conto che di ‘misteri’ siamo davvero circondati: le nostre città, come in questo caso la bella Conegliano, sono piene di storie e non solo quelle più note, pronti ad essere scoperti attraverso uno sguardo inedito.
Una passeggiata nel mistero a Conegliano: cosa vedere
Se non avete mai visitato Conegliano, il punto di partenza ideale per scoprire questa cittadina tra le Colline del Prosecco è la Scalinata degli Alpini, che conduce dalla stazione direttamente alla grande Piazza Cima. Passeggiate da qui lungo il vero cuore della città: la Contrada Grande, lungo la quale si possono ammirare alcuni dei palazzi storici più belli di Conegliano, tra cui Palazzo Sarcinelli oggi sede dello IAT. Proprio all’interno di Palazzo Sarcinelli sopravvivono tracce di un fregio affrescato da Riccardo Perucolo, pittore che fu celebre ma di cui oggi non sappiamo pressoché nulla poiché fu condannato alla damnatio memoriae per le sue idee filo-protestanti nel periodo buio della Controriforma.
Sempre lungo la Contrada Grande è impossibile non notare la splendida facciata affrescata di quello che oggi è l’Hotel Canon D’Oro. Un tempo qui aveva sede l’antico Monte di Pietà, istituito nel 1504 dalla Confraternita dei Battuti, ed i dipinti di Ludovico Fiumicelli rappresentano appunto varie immagini afferenti alla Pietà di Cristo. Cercate l’angelo che regge la colonna sulla sinistra: pare che sia stato copiato dalla celebre tela dell’Assunta di Tiziano a Santa Maria dei Frari, Venezia.
Di fronte si trova invece Palazzo Montalban, dove una targa ricorda la contessa mazziniana Maddalena Montalban: una donna rivoluzionaria pronta ad indebitarsi ed a finire in carcere pur di veder nascere un’Italia unita.
Tornando verso la Piazza e superandola si raggiunge un altro palazzo affrescato: è la Scuola dei Battuti, che nasconde alle sue spalle la facciata del Duomo di Conegliano. La struttura fu costruita perpendicolarmente alla navata per rispettare la continuità della Contrada Grande con i suoi palazzi porticati, ed è per questo che oggi passeggiando per la città si vive l’esperienza curiosa di vedere il campanile… ma senza la chiesa!
Attraversando i portici si inizia a salire, e si raggiunge una delle vie più carine di Conegliano, intitolata al celebre pittore che dalla città ha preso anche il nome. Lungo la via si trova infatti la casa-museo di Cima da Conegliano, restaurata da Camillo Vazzoler. La casa conserva solo copie delle opere del pittore, ma all’interno del Duomo potete ammirare una pala originale con una delle sue inconfondibili Madonne, belle e pensierose. Non manca però qualche mistero anche in casa Cima: alcune antiche scritte sui muri hanno un significato a noi oscuro. Che cosa avranno voluto annotare, ad esempio, con la data del 9 ottobre 1492?
Proseguendo la salita si supera il convento francescano, distrutto in epoca napoleonica, e si percorre Calle Madonna della Neve accanto agli archivolti delle mura Carraresi. È una bella salita, ma la vista su tutta Conegliano – si dice che si riesca a scorgere addirittura Venezia nelle giornate limpide – vi ripagherà della fatica.
L’ultimo luogo misterioso della nostra passeggiata è l’imponente Villa Gera, progettata nel 1827 dall’architetto neoclassico Giuseppe Jappelli – se il nome vi suona familiare, probabilmente è perchè ha realizzato anche il celebre Caffè Pedrocchi a Padova. La villa è normalmente chiusa al pubblico se non in occasione di eventi particolari, ed è un gran peccato perchè gli affreschi del salone meriterebbero di essere visti da tutti. Le immagini sono opera di Giovanni Antonio De Min, che ignorando gli accordi presi con il committente rappresentò episodi del De Bello Gallico di Giulio Cesare: la storia degli Elvezi era in realtà un’allegoria della dominazione asburgica. Di fronte alla Villa, a limitare il parco progettato sempre da Jappelli, si conserva un tratto del camminamento di ronda che è ancora possibile percorrere.
Si racconta che la Villa fosse sede di riunioni massoniche, quel che è certo è che da qui, in cima alla collina del Castello lo sguardo abbraccia il panorama di Conegliano e del Prosecco in tutto il consueto splendore ed è senz’altro il modo migliore per salutare la città al termine della nostra passeggiata.