Oggi vi racconto la storia di una famiglia veneta. Basta però snocciolare un po’ di numeri per capire che gli Alajmo non sono esattamente una famiglia comune: 11 locali, oltre 200 dipendenti, un cuoco, Massimiliano, che conquista 3 stelle Michelin a soli 28 anni – rimane tuttora il più giovane nella storia ad aver raggiunto questo traguardo. In totale, 5 stelle Michelin in 3 ristoranti.
Di recente sono stata ospite del ristorante La Montecchia, uno degli 11 locali, per festeggiare i suoi 25 anni. Una giornata di festa con gara e cena che è stata soprattutto un’occasione per scoprire qualcosa in più sia sui fratelli Alajmo e la loro cucina, sia su un campo da golf all’avanguardia in termini di sostenibilità ambientale.
La Montecchia: un golf club attento all’ambiente
La scusa era quella di una cena per festeggiare 25 anni dall’apertura del ristorante, ma a catturare l’attenzione è prima di tutto il contesto: il golf club della Montecchia. Tre percorsi e 27 buche totali a due passi da Padova e dal Parco dei Colli Euganei, un campo da sempre attento alla tutela dell’ambiente ed alla sostenibilità tanto da aver ricevuto numerosi riconoscimenti in materia. Da anni si sta sperimentando ad esempio una manutenzione del percorso di gioco senza l’utilizzo di alcun prodotto chimico, il progetto è stato realizzato in collaborazione con 4 università italiane ed i risultati sono stati oggetto di studio a livello internazionale.
Il territorio viene inoltre costantemente monitorato per preservare la fauna ornitologica e per aumentare la biodiversità. Anche per chi non gioca a golf, quindi, il golf club può rappresentare un parco molto interessante da esplorare. Magari con il pretesto di una cena al ristorante La Montecchia.
Tutti i locali dei fratelli Alajmo
Il gruppo Alajmo gestisce in totale 11 locali, quasi tutti in Veneto: si trovano fuori Regione solamente Amor a Milano ed il Caffè Stern di Parigi.
Tutto ebbe inizio a Le Calandre, un nome che per chi come me vive nei dintorni di Padova non ha bisogno di presentazioni e che ha reso celebri i fratelli Alajmo a livello nazionale (e non solo). La prima stella la conquistò mamma Rita Chimetto, mentre il figlio Massimiliano ha portato il ristorante ad aggiudicarsene addirittura tre. Poco distante si trova appunto La Montecchia, anche qui una stella Michelin, con un menu che si basa principalmente sui prodotti dell’orto e diverse sale affacciate sul campo da golf. Terzo ed ultimo locale stellato è poi il ristorante Quadri, in Piazza San Marco a Venezia, acquistato nel 2010 e ristrutturato con maestria su progetto – niente meno – di Philippe Starck.
Questi sono i tre grandi nomi, quelli che da qualche decina d’anni attirano turisti ed estimatori del buon cibo da tutto il mondo. Non pensate però che siano le sole alternative per sperimentare la cucina degli Alajmo, perché gli altri locali sono adatti anche a chi non può permettersi una cena stellata.
Accanto ai ristoranti di punta sono stati aperti infatti dei locali più informali, con menu ed ingredienti ugualmente di qualità ma prezzi ridotti ed adatti a un pubblico più ampio. A fianco de Le Calandre c’è quindi il Calandrino, al golf della Montecchia si trova anche ABC, sotto il Quadri c’è il Quadrino.
Chiudono la lista poi il Gran Caffè Quadri, un terzo locale accanto a Quadri e Quadrino pensato per colazioni ed aperitivi, la caffetteria e ristorante AMO nel Fondaco dei Tedeschi, sempre a Venezia, e la gastronomia In.gredienti di fronte a Le Calandre dove è possibile degustare una piccola selezione di piatti veloci, preparati nella cucina stellata, o portarli a casa per una cena gourmet anche a domicilio.
Personalmente non ho ancora avuto modo di provare tutti gli indirizzi dei fratelli Alajmo, ma una cosa ve la posso dire con certezza: per capire quanto ingredienti, esperienza e genialità possano fare la differenza in cucina potete partire con qualcosa di semplice. Una pizza con l’impasto lievitato al vapore brevettato, o una brioche pralinata alla nocciola. Un piccolo investimento, un’esperienza così golosa da farvi desiderare di prenotare un tavolo per assaggiare al più presto di cos’altro sono capaci questi fratelli fuori dal comune.
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