Se la West Coast americana è caratterizzata da parchi naturali e paesaggi sconfinati, lungo la costa Est ci si sente lontanissimi da quelle atmosfere. Non un itinerario dedicato alla natura – anche nelle sue forme più estreme come gli immensi deserti – ma alle metropoli e ad alcune delle prime città degli Stati Uniti: del resto, gli USA per come li conosciamo sono nati proprio qui, nelle colonie che firmarono la Dichiarazione d’Indipendenza. Se vi incuriosisce la storia americana, se volete visitarne la capitale o se volete unire in un unico viaggio le metropoli dell’Est e le Cascate del Niagara, ecco un itinerario che fa per voi: cosa vedere lungo la costa Est degli Stati Uniti (e in un pezzetto di Canada).
- Date: 21 agosto-5 settembre 2022
- Voli: Austrian Airlines Venezia-Montreal, costo a/r 304€ a testa prenotando a gennaio 2022
- Alloggio: media di 78€ a notte per camera matrimoniale
- Noleggio auto: 800€ per 16 giorni di noleggio, assicurazione completa inclusa, con ritiro e consegna a Montreal. Vi consiglio di leggere prima di tutto la guida completa al noleggio auto che ho scritto qui.
- Chilometri percorsi: 3.400 circa
- Carburante: 345$ totali. Abbiamo pagato di media 3,8$ al gallone negli USA, 1,6 CAD al litro in Canada.
- Tappe: per la notte Montreal, Ottawa, Algonquin Park, Toronto, Washington, Philadelphia, New York, Boston + alcune tappe lungo la strada che vediamo nel dettaglio più avanti.
- Valuta: dollaro canadese e dollaro americano
- Assicurazione: io sono sempre coperta da un’annuale multiviaggio, per una polizza singola per due persone considerate un minimo di 100€ (ho confrontato diverse compagnie di assicurazione viaggio in questo articolo)
- Connessione internet: se il vostro smartphone lo consente, vi consiglio di utilizzare una eSim che potete acquistare su Holafly o Airalo (ne ho parlato qui) che permette di essere sempre connessi con estrema facilità e un costo molto ridotto.
- Guide da acquistare: purtroppo non c’è una guida che unisca tutti i diversi Stati visitati, ma ho trovato alcuni spunti utili nella guida Stati Uniti on the road di Lonely Planet e nell’edizione USA&Canada di 36 Hours (che tra l’altro vi consiglio perché è un libro splendido da avere in casa e una bellissima idea regalo). In più ho acquistato la guida del Canada (Rough Guide in inglese perché preferisco questa collana, altrimenti c’è la LP in italiano)
- Giorno 1 -> arrivo a Montreal
- Giorno 2 -> Montreal
- Giorno 3 -> Ottawa
- Giorno 4 -> Algonquin Park
- Giorno 5 -> Toronto
- Giorno 6 -> Cascate del Niagara
- Giorno 7 -> Washington
- Giorno 8 -> Washington
- Giorno 9 -> Washington + Philadelphia
- Giorno 10 -> Philadelphia + New York
- Giorno 11 -> New York
- Giorno 12 -> Hamptons
- Giorno 13 -> Yale + Boston
- Giorno 14 -> Boston
- Giorno 15 -> Route 100 Vermont
- Giorno 16 -> volo di rientro
Cosa vedere nella costa Est degli Stati Uniti e Canada: le tappe giorno per giorno
GIORNO 1 -> Atterriamo a Montreal nel pomeriggio, ritiriamo l’auto a noleggio (con un piccolo dramma che non ci accoglie benissimo, ve lo racconto più giù nella sezione Noleggio auto) e raggiungiamo la nostra camera poco lontana dall’aeroporto.
GIORNO 2 -> Visita al centro di Montreal. La città è carina ma ammetto che avevo delle aspettative più alte. Una giornata può essere sufficiente per vedere le attrazioni principali: Vieux-Montréal, la Cattedrale di Notre Dame, il lungofiume con la ruota panoramica e la Torre dell’Orologio, una passeggiata tra Quartiere Latino e Village.
Nel pomeriggio raggiungiamo in auto il punto panoramico sul Mont Royal che dà il nome alla città – si può salire anche a piedi ma richiede chiaramente molto più tempo – poi salutiamo Montreal alla volta di Ottawa. La capitale canadese dista un paio d’ore e ci accoglie sotto la pioggia per ora di cena.
GIORNO 3 -> Dedichiamo la mattinata alla visita del centro di Ottawa, a partire dalla Collina del Parlamento, ByWard Market e Rideau Canal. Anche in questo caso, non si può certo dire che sia una brutta città, ma non offre la grandiosità di altre capitali. Se siete interessati è possibile partecipare a una visita guidata del Parlamento, trovate i dettagli sul sito ufficiale.
Se invece avete più tempo a disposizione, può valere la pena dedicarlo a una passeggiata nel vicino Gatineau Park. Alcuni percorsi sono abbastanza brevi ma panoramici, come lo Skyline Trail (anello di 6 km) o il Pink Lake trail (anello di 2 km fino al belvedere).
Nel pomeriggio ci rimettiamo in viaggio. Invece di dirigerci direttamente a Toronto abbiamo scelto di dedicare una sosta all’Algonquin Provincial Park (3 ore di viaggio da Ottawa), il più antico parco provinciale del Canada ed uno dei più amati dell’Ontario. Il desiderio era quello di avere almeno un assaggio della natura canadese, pur all’interno di un itinerario che si concentra su grandi città. Se preferite dedicare questo tempo ad una delle altre tappe potete invece raggiungere Toronto in 4 ore e mezza da Ottawa.
Serata all’East Gate Motel, vicino all’ingresso Est del parco.
GIORNO 4 -> L’Algonquin Park occupa un’area immensa, oltre 7.600 km quadrati attraversati da 1.200 km di corsi d’acqua e puntellati da 2.400 laghi. È considerato un paradiso per gli amanti della canoa ed offre tantissime attività differenti, ma con poco tempo a disposizione il modo più semplice per visitarlo è percorrere la Highway 60: una strada lunga 56 km che attraversa la zona meridionale del parco tra East e West Gate.
Per percorrerla va pagato un permesso giornaliero al costo di 21 CAD per auto, da acquistare in loco ad uno dei due ingressi (East Gate e West Gate) oppure online inserendo il numero di targa a partire da cinque giorni prima. Secondo il sito, in alta stagione potrebbero riservarsi di non vendere più permessi se sono già previste troppe auto all’interno del parco per una determinata giornata, perciò vi consiglio di procedere online per evitare qualsiasi rischio. Non ci sono barriere all’ingresso e il permesso non è obbligatorio per il solo passaggio lungo la strada, ma lo diventa se si approfitta di un qualunque servizio (parcheggi in prossimità dei sentieri inclusi).
Nel corso della giornata percorriamo quindi la Highway 60 con una serie di tappe, come il Visitor Center e il Lookout Trail: un breve sentiero di circa due chilometri tra gli alberi fino a un bel punto panoramico.
Nel pomeriggio proseguiamo poi verso Toronto con circa 3 ore di viaggio, arrivando in tempo per un bel tramonto da Polson Pier.
GIORNO 5 -> Abbiamo una sola giornata piena a Toronto perciò dobbiamo sfruttarla al meglio: dopo un’abbondante colazione raggiungiamo Downtown per la visita alla CN Tower. Si tratta di una delle attrazioni più celebri della città, purtroppo però abbastanza cara. Per evitare le code i biglietti vanno acquistati in anticipo qui (potete limitarvi al biglietto base senza pagare il sovrapprezzo per il piano superiore, non c’è una sostanziale differenza nella vista). Se volete risparmiare, vi confermo comunque che la vista più bella su Toronto è quella che include la CN Tower stessa, ad esempio dalle isole o dal porto.
Per visitare Toronto utilizziamo il bike sharing, che offre molte stazioni disseminate per la città. Dopo la visita alla torre raggiungiamo Kensington Market per pranzo, un quartiere bohémien e coloratissimo, tra mercatini vintage, locali hippie, street food di ogni genere. In generale i diversi quartieri che attraversiamo hanno tutti un’identità molto marcata, da Downtown con i suoi grattacieli usati per imitare New York in tanti film e serie TV, a Little Italy, Chinatown, il Distillery District dove una vecchia fabbrica di whisky è stata recuperata con locali e negozi. Toronto è una delle città più multiculturali al mondo ed è interessante esplorarne tutte le sfaccettature.
Nel pomeriggio prendiamo poi il traghetto verso le Toronto Islands, tre piccole isole collegate tra loro che si trovano proprio di fronte alla città nel lago Ontario. Esistono diverse barche turistiche organizzate, ma potete anche acquistare semplicemente il biglietto del ferry pubblico (8,70$ canadesi a/r, da acquistare al porto o online). Si parte dal Jack Layton ferry terminal e ci sono tre linee per le diverse isole: nel nostro caso abbiamo raggiunto Centre Island e passeggiato per 3 km fino a Ward’s Island, per poi rientrare da lì. Le isole sono sostanzialmente un grande parco, con una zona giochi, porticcioli, spiagge e qualche casa. Offrono anche un’ottima vista sulla skyline di Toronto quindi potete valutare di fermarvi fino al tramonto.
GIORNO 6 -> Tempo di raggiungere l’altro lato del lago Ontario. Al mattino come prima cosa ci fermiamo nella cittadina di Niagara-on-the-Lake, nota per essere una delle località più graziose del Canada. Casette colorate e giardini perfettamente ordinati, oltre ad aiuole lungo la strada che sembrano giardini botanici: un luogo da non perdere, quasi troppo bello per essere vero.
Arriviamo quindi alle Cascate del Niagara, probabilmente tra le più famose cascate al mondo. Ero partita abbassando moltissimo le aspettative e in generale è quello che consiglio anche a voi: si tratta di una zona molto edificata, un grande parco giochi con palazzoni di cemento e intere aree in stile Las Vegas. Nonostante questo, i salti mantengono un grande impatto perciò se partirete preparati – ovvero senza aspettarvi un paesaggio naturale preservato – vivrete una bella esperienza.
Da dove vedere le cascate del Niagara?
- Dal lato canadese, decisamente il migliore
- Dall’alto della Skylon tower (i biglietti si possono acquistare qui)
- Dalla classica barca: in realtà si vede ben poco con tutta l’acqua in sospensione, ma è divertente!
Le escursioni in barca partono sia dal lato canadese sia da quello americano, si distinguono per le mantelline di nylon rosse o blu ma per il resto offrono un’esperienza assolutamente identica (anche nel prezzo, circa 30$ a persona). Lato canadese troverete la compagnia indicata come Hornblower o Niagara City Cruises, lato americano Maid of the Mist. Le barche partono a ciclo continuo e nonostante il gran numero di persone la fila scorre rapidamente, perciò non è indispensabile prenotare i biglietti online.
Le cose da fare sono potenzialmente moltissime, come dicevo la zona delle Cascate del Niagara è una sorta di parco divertimenti dove tutto dipende da quanto volete e potete spendere: dalla zipline al tour in elicottero, se fate un giro su GetYourGuide troverete di tutto.
Nel pomeriggio lasciamo infine Niagara e il Canada, attraversando la frontiera USA. Nel nostro caso non avevamo pre-compilato il modulo I-94W online e per le formalità abbiamo atteso circa una mezz’ora, immagino che le tempistiche siano più brevi se arrivate con tutto già pronto (vedi sezione dedicata ai documenti da richiedere più avanti). Guidiamo per qualche ora fino al nostro motel di Altoona, dove arriviamo in serata.
GIORNO 7 -> Altre 3 ore di viaggio e siamo finalmente a Washington DC, uno di quei luoghi che ti sembra già di conoscere grazie a mille film e serie TV. Dopo aver lasciato l’auto nei pressi del nostro Airbnb, ci spostiamo con Uber fino al centro.
Washington è una città enorme (una città-stato, in effetti) e, sebbene le attrazioni principali sembrino abbastanza vicine tra loro se viste su una mappa, tutte le cose da vedere lungo i tre chilometri del National Mall potrebbero tenervi occupati per almeno 2-3 giorni. Fondamentale quindi fare una selezione di ciò che più vi interessa e soprattutto prenotare gli ingressi ove necessario.
È bene sapere che:
- in generale l’ingresso è gratuito ma va prenotata una fascia oraria, a volte pagando una piccola fee di 1$
- gli ingressi delle attrazioni più note si esauriscono in fretta, meglio quindi mettersi un avviso per prenotare non appena diventano disponibili i biglietti (di solito 30 giorni prima)
- negli USA spesso musei e altri edifici pubblici hanno orari di apertura ridotti rispetto all’Europa, dalle 10.00 o dalle 11.00 e fino alle 17.00
- specialmente negli edifici governativi, è necessario superare dei controlli di sicurezza simili a quelli di un aeroporto.
Per riposare un po’ durante la visita del National Mall vi consiglio di utilizzare per alcune tratte il bike sharing, i monopattini elettrici o l’autobus. La linea rossa o National Mall Route segue un percorso ad anello e passa ogni 10 minuti, dovrete però avere 1$ in contanti per il biglietto (il conducente non dà resto) o procurarvi una SmarTrip card valida anche per gli altri mezzi pubblici.
Qui un brevissimo elenco delle principali attrazioni lungo il National Mall di Washington, alcune sono imperdibili mentre altre potrete valutare di visitarle secondo il vostro interesse e secondo il tempo a disposizione:
♦ Capitol Hill: da vedere sicuramente almeno dall’esterno (ma sarà impossibile non farlo). All’interno si visita solo con tour guidato di 90 minuti, gratuito ma da riservare qui. Nel nostro caso ci siamo concentrati su altro per questioni di tempo.
♦ Library of Congress: bellissima, secondo me da non perdere. Ingresso gratuito ma va prenotata la fascia oraria qui. Per i visitatori non è possibile accedere alla Reading Room centrale, ma si può vedere dall’alto tramite un vetro.
♦ National Archives: visitare Washington e non entrare agli Archivi nazionali sarebbe davvero strano. Oltre a un’esposizione generale che attraversa la storia degli Stati Uniti e le diverse conquiste di diritti civili, nella sala principale o Rotunda sono custoditi i tre documenti fondamentali per la nascita degli USA: la Dichiarazione di indipendenza, la Costituzione e la Carta dei Diritti. Ingresso gratuito, va riservata la fascia oraria per il proprio accesso pagando una fee di 1$ tramite il sito ufficiale.
♦ Washington Monument: l’obelisco dedicato al presidente Washington è l’edificio più alto della città. Offre quindi una splendida vista dall’alto, a patto di riuscire ad aggiudicarsi un biglietto (io stessa non sono riuscita a prenotare in tempo perciò vi consiglio di mettervi un avviso). L’accesso è gratuito ma bisogna prenotare il proprio orario online pagando una fee di 1$ a partire da 30 giorni prima, oppure tentare la sorte presentandosi al monumento il giorno stesso alle 8.30 per eventuali biglietti rimasti.
♦ Lincoln Memorial: memoriale sempre accessibile con la celebre scalinata e la statua di Lincoln.
♦ Jefferson Memorial: altro memoriale sempre accessibile affacciato sul fiume Potomac.
♦ La Casa Bianca: ovviamente si può vedere solo dall’esterno (e da lontano).
♦ I musei: sono tanti e tutti gratuiti. Dalla National Gallery of Art al Museum of Natural History, dall’American History all’African American History, c’è l’imbarazzo della scelta. Dovrete chiaramente scegliere se e cosa visitare in base a ciò che vi interessa. Noi siamo entrati alla Gallery of Art ed visitato volentieri anche l’Air and Space Museum, ma purtroppo al momento del nostro viaggio era chiuso per ristrutturazione.
GIORNO 8 -> Nel corso della mattinata proseguiamo la visita del National Mall per poi raggiungere il quartiere di Georgetown, senz’altro uno dei più affascinanti della città con case storiche pittoresche e bei locali. Qui hanno vissuto diversi presidenti americani ed altri personaggi noti. Vi consiglio una sosta alla Martin’s Tavern, uno dei luoghi di ritrovo principali degli abitanti del quartiere.
GIORNO 9 -> Prima di lasciare Washington facciamo un’ultima tappa al Cimitero di Arlington, che si trova al di là del fiume nello stato di Virginia. L’ingresso è gratuito mentre va pagato il parcheggio, qui trovate comunque tutte le informazioni. Il cimitero militare è enorme perciò non partite con l’idea di visitarlo per intero ma puntate ai monumenti principali, prime tra tutte le tombe dei Kennedy.
Ci spostiamo poi verso nord per raggiungere Philadelphia in circa 2 ore e mezza di viaggio. Dopo una passeggiata al mercato coperto Reading Terminal Market, iniziamo la visita dai musei: Barnes Foundation e Philadelphia Museum of Art (con la famosa scalinata di Rocky). In questo caso avevo acquistato il Philadelphia Explorer Pass da tre attrazioni, che permette di visitare diversi luoghi a scelta da una lunga lista che include anche questi due musei. Attenzione anche qui agli orari: salvo aperture straordinarie la visita è possibile solo dalle 11 alle 17, con due giorni di chiusura il martedì e mercoledì.
GIORNO 10 -> Proseguiamo la visita a Philadelphia con un tuffo nella storia americana. Per molti aspetti questa è infatti è la città in cui sono nati gli Stati Uniti, il luogo in cui sono state firmate la Dichiarazione di Indipendenza e la Costituzione e la prima capitale della nuova nazione. L’edificio dell’Independence Hall si può visitare gratuitamente prendendo parte a un breve tour guidato di circa 20 minuti – da prenotare qui. Gli americani sono sempre estremamente orgogliosi della loro storia perciò aspettatevi una guida super entusiasta. La Liberty Bell è invece stata spostata in un edificio di fronte, accessibile senza prenotazione.
In serata ci spostiamo a New York con un’ora e mezza di viaggio.
GIORNO 11 -> Giornata dedicata a New York, che avevamo già visitato in un viaggio precedente ma che probabilmente non ci si stancherebbe mai di vedere. Vi rimando agli articoli già presenti sul blog, in particolare:
In questa occasione ci siamo regalati in particolare un’esperienza incredibile, un volo in elicottero sopra Manhattan, ma ve lo racconto meglio in un articolo dedicato.
Giro in elicottero a New York: quanto costa e come prenotare
GIORNO 12 -> Guidiamo lungo la lingua di terra di Long Island per un assaggio dei celebri Hamptons, tra ampie spiagge e casette modeste (sono ironica, ovviamente). Da amante dei luoghi da surfisti il posto che ho amato di più è Montauk, la cittadina che occupa la punta dell’isola e che offre un’atmosfera rilassata e vacanziera completamente diversa dall’immaginario patinato degli Hamptons.
La sera rientriamo in terraferma con il traghetto da Port Jefferson a Bridgeport, che consente di risparmiare un bel tratto di strada. Il viaggio dura un’ora e un quarto ed è bene acquistare i propri biglietti online – specie in estate quando gli Hamptons sono più frequentati. Trovate tutte le tariffe sul sito ufficiale, nel nostro caso abbiamo pagato 68$ per l’auto con guidatore + 22$ per un passeggero: non economico ma ci ha permesso di risparmiare tempo e soprattutto di riposarci un po’. Notte a Milford.
GIORNO 13 -> La prima sosta nel Connecticut è New Haven, celebre perché ospita una delle università più famose al mondo: Yale. I campus americani sono, come del resto tutto negli USA, spazi davvero enormi che riuniscono molti edifici storici, altri più moderni, dormitori, musei, teatri e altro ancora. Per un approfondimento potete prendere parte a un tour guidato dagli studenti da prenotare tramite il sito. Tra gli edifici più interessanti, vi consiglio di dare un’occhiata alla Beinecke Rare Book & Manuscript Library.
Nel pomeriggio raggiungiamo poi l’ultima grande città di questo itinerario, Boston, che salutiamo con una bella crociera in veliero: consigliatissima!
GIORNO 14 -> Anche in questo caso dobbiamo ottimizzare al meglio la giornata a Boston, ma le attrazioni principali si trovano abbastanza vicine tra loro. Uno dei modi più classici per visitare i luoghi storici della città è seguire il cosiddetto “Freedom Trail“, un percorso lungo 4 chilometri segnalato da una linea di mattoncini che corre lungo la strada, che attraversa diverse tappe legate all’Indipendenza americana. Da non perdere poi il mercato coperto centrale, i parchi – Public Garden e Common Park – e Beacon Hill, sicuramente il quartiere storico più bello di Boston con le sue tradizionali case in mattoni. Se vi rimane del tempo merita una visita anche il Fenway Park, magari per assistere a una partita di baseball e vivere un’esperienza tipicamente americana.
GIORNO 15 -> Al mattino attraversiamo il fiume Charles per una veloce visita ad Harvard, altra grande università che non ha bisogno di presentazioni. Anche qui potete partecipare a una visita guidata per conoscere un po’ meglio il campus e le sue caratteristiche (inclusa anche nel Boston Pass insieme a Fenway Park e crociera, se vi interessano queste e altre visite potete quindi acquistare il pass e risparmiare).
Ci dirigiamo poi verso il Vermont e più precisamente verso la Route 100, una strada panoramica considerata tra le più belle degli Stati Uniti che ci accompagnerà nel nostro ultimo giorno di viaggio verso il Canada. Devo questo consiglio alla Lonely Planet e confesso che è stata una delle cose che ho apprezzato di più di tutto il viaggio: la strada è meravigliosa è attraversa diversi piccoli paesi molto pittoreschi. Lungo il percorso facciamo in particolare una sosta a Wilmington per pranzo, per proseguire poi fino a Killington per la notte.
GIORNO 16 -> Percorriamo l’ultimo tratto di Route 100 purtroppo sotto la pioggia, prima di attraversare la frontiera e raggiungere l’aeroporto di Montreal per il volo di rientro.
Informazioni e consigli generali
Quanti giorni servono
Qui è dove metto le mani avanti con un’enorme premessa: con questo itinerario riuscirete per forza di cose ad avere solo un assaggio di diverse grandi metropoli, ma ognuna di esse potrebbe meritare tranquillamente 4/5 giorni di viaggio. Da un lato dovrete quindi essere molto bravi in fase di pianificazione, per organizzare la visita in base a ciò che più vi interessa fissando già tutti i punti su una mappa, dall’altro andranno fatte delle scelte.
Detto questo, come sempre il mio consiglio è di prevedere almeno due settimane piene per ottimizzare il volo e compiere un anello completo.
Integrazioni e modifiche all’itinerario
In generale, la parte canadese di questo itinerario è stata dettata prima di tutto dal volo aereo molto economico, ma né Montreal né Ottawa ci hanno colpiti particolarmente perciò col senno di poi mi concentrerei su altro. Se atterrate negli USA, potete rimodulare il percorso restando nel Paese ed aggiungere giusto un paio di giorni a Toronto dopo la visita alle cascate del Niagara.
Nel nostro caso poi avevamo già visitato New York in un altro viaggio, perciò la tappa a Manhattan è stata solo una sosta veloce. Se invece visitate la città per la prima volta, potete ipotizzare di dedicare una settimana a New York e una seconda settimana ad altre tappe dell’itinerario (tagliando ad esempio il Canada).
Ci sono poi decine di altre modifiche possibili, da valutare secondo i vostri interessi e i vostri tempi: potreste ad esempio decidere di visitare le contee Amish a Lancaster, di percorrere un tratto di costa del New Jersey o del Massachusetts, di saltare gli Hamptons e altro ancora. Tenete solo a mente che le cose da vedere sono infinite ma non potrete inserire tutto in un unico itinerario di due settimane.
I biglietti aerei per la East Coast USA
Pur con tutte le incertezze del periodo post-pandemico, i voli per la Costa Est degli Stati Uniti e del Canada si trovano solitamente a un prezzo conveniente, dai 300/350€ a/r in su. Come sempre è bene monitorare i costi con un po’ di anticipo: dal Nord Italia le città meglio collegate sono Montreal e New York, ma anche Toronto, Boston e Washington.
Prima di decidere in quale città atterrare, vi consiglio di controllare anche i costi nel noleggio auto: di solito infatti il noleggio a New York costa di più rispetto ad altre località, perciò andrà considerato il prezzo totale di volo+auto nei diversi scenari possibili. Attenzione anche ad eventuali sovrapprezzi per la guida oltre frontiera: alcune compagnie applicano una tariffa extra se noleggiate l’auto in Canada e volete poi guidare negli USA, o viceversa.
Quanto costa un viaggio nella costa Est degli Stati Uniti
Riprendo qui in parte quanto già scritto nell’itinerario nella West Coast. Gli Stati Uniti non sono una destinazione economica, ma questo immagino lo si possa ormai dare per assodato. Si può però prestare attenzione ad alcuni aspetti e risparmiare parecchio, prima di tutto prenotando in anticipo: biglietti aerei, auto a noleggio e camere costano molto di meno se bloccati per tempo, specie se viaggiate in alta stagione. Nelle grandi città Airbnb ci ha permesso in alcuni casi di prenotare monolocali e piccoli appartamenti a ottimi prezzi.
I pasti sono un tasto dolente e al di fuori dei fast food si spendono almeno 40/50$ in due. Si risparmia qualcosa bevendo acqua, dato che quella di rubinetto è sempre gratuita, ma al conto totale dovrete sempre aggiungere il 15/20% per la mancia e questo contribuisce ad alzare le spese.
Per risparmiare, nelle grandi città potete cercare alloggi con angolo cottura (molti motel americani offrono almeno il microonde) in modo da cenare in camera la sera.
I documenti da richiedere per un viaggio in East Coast
Le autorizzazioni di viaggio: ESTA ed ETA
Chiunque voglia recarsi negli Stati Uniti deve prima di tutto ottenere un visto o un’autorizzazione di viaggio. Nel caso dei cittadini italiani, con una serie di eccezioni che vediamo tra poco, è possibile visitare gli USA richiedendo un semplice ESTA, ovvero un’autorizzazione elettronica valida per i viaggi sotto i 90 giorni. Ottenerla è piuttosto semplice: la domanda si fa online dal sito del governo (mi raccomando utilizzate solo il sito ufficiale, non quelli delle agenzie che applicano poi un prezzo molto maggiorato), si pagano 21$ e solitamente si riceve una risposta entro 72 ore. I dati da inserire comprendono dati anagrafici, estremi del passaporto, riferimenti dell’hotel in cui si pernotterà (il primo, se avete in programma un viaggio itinerante) oltre a un breve questionario. Una volta ottenuto, l’ESTA rimane valido per due anni. Potete stampare una copia dell’autorizzazione per vostra sicurezza, ma non è in realtà necessario portarla con sé durante il viaggio: l’ESTA viene associato al vostro passaporto e il personale aeroportuale potrà visualizzarlo automaticamente online.
Esistono però delle limitazioni. Ad esempio, non è possibile fare richiesta dell’ESTA se avete visitato i Paesi inseriti dagli USA in black list: Iran, Iraq, Libia, Siria, Somalia, Sudan e Yemen dal 2011, e purtroppo anche Cuba da gennaio 2021.
Attenzione quindi: se avete visitato Cuba dopo gennaio 2021 non potrete più visitare gli Stati Uniti con l’ESTA ma dovrete fare richiesta di un visto turistico. Ciò non significa in ogni caso che non potrete più viaggiare negli USA, semplicemente dovrete seguire una procedura diversa, un pochino più lunga e costosa poiché prevede tra l’altro un appuntamento in consolato, per ottenere un visto di tipo B che sarà poi valido per 10 anni.
La situazione è simile per il Canada, ma in questo caso dovrete richiedere l’equivalente dell’ESTA chiamato ETA(qui il sito ufficiale) al costo di 7 dollari canadesi o CAD. Non ci sono black list da consultare e la procedura risulta piuttosto semplice. Se desiderate rendere l’ingresso ancora più rapido, potete compilare anche il form sull’app ArriveCAN, in cui si risponde in anticipo alle domande dell’immigrazione: così facendo potrete procedere direttamente a delle macchinette automatiche presenti in aeroporto e velocizzare il passaggio della dogana.
Ingresso via terra: servono comunque ESTA ed ETA?
L’ETA è obbligatorio per chiunque acceda al Canada per via aerea, vi verrà richiesto prima di imbarcarvi per il vostro volo e non potrete partire se ne siete sprovvisti. Non è invece strettamente necessario per chi entra nel Paese via terra: se quindi atterrate negli USA e attraversate poi la frontiera terrestre verso il Canada, potrete anche non richiedere l’ETA (nonostante averlo velocizzi le procedure e visto il costo irrisorio il mio consiglio sia comunque di averlo).
Diverso è il discorso per quanto riguarda l’ESTA: fino a ottobre 2022 fa il ragionamento era identico all’ETA (obbligo per l’arrivo per via aerea ma non per gli ingressi via terra) mentre ora è SEMPRE OBBLIGATORIO. Qui trovate una circolare del governo americano con gli aggiornamenti.
Il Form I-94W
Per l’ingresso negli Stati Uniti via terra è richiesto inoltre il Form I-94W. Prima del 2022 era possibile compilare solo questo modulo in caso di arrivo negli USA tramite una frontiera terrestre, anche senza richiesta dell’ESTA, perciò lo troverete ancora indicato in molti articoli. Ricordate che come appena scritto l’ESTA è ora sempre obbligatorio e va richiesto in anticipo, ma se attraversate una frontiera si aggiunge anche il modulo I-94W. Potete compilare i dati richiesti online o tramite app e pagare il costo previsto di 6$ a persona, così da velocizzare la procedura.
Vi segnalo infine che è possibile verificare il traffico alle diverse frontiere terrestri tramite il sito ufficiale dei governi canadese e americano. Ci sono tre differenti ponti tra le due nazioni in un raggio di pochi chilometri dalle Cascate del Niagara, perciò se vedete che uno è bloccato potete facilmente raggiungerne un altro.
La patente internazionale
Come per il viaggio nella West Coast, in rete si trovano risposte di ogni tipo alla domanda: serve la patente internazionale per guidare negli USA? La verità è che ogni stato ha una sua regolamentazione per quel che riguarda l’obbligatorietà o meno di patente internazionale, perciò anche se nella pratica nel 99% dei casi non accadrà nulla, dovreste comunque verificare le norme della motorizzazione di tutti gli stati in cui intendete guidare. Vi lascio qui il link del sito del governo statunitense che conferma che alcuni stati potrebbero richiedere un IDP (International Driving Permit).
Nel nostro caso, nel corso dell’itinerario lungo la Costa Est di Stati Uniti e Canada abbiamo attraversato davvero molti stati diversi ed una frontiera, abbiamo quindi preferito munirci di patente internazionale – Convenzione di Ginevra del 1949 – per una maggiore serenità.
Noleggio auto tra Stati Uniti e Canada
Se non siete pratici di noleggio in viaggio o comunque per diversi consigli generali validi per qualsiasi on the road, vi lascio prima di tutto l’articolo che ho scritto con la guida completa al noleggio auto.
Come sempre potete iniziare la vostra pianificazione comparando i prezzi di noleggio nei classici motori di ricerca, come Autoeurope e Rentalcars. Quasi tutte le compagnie includono nei costi della tariffa base anche l’assicurazione completa, senza franchigia, ma ricordate comunque di verificare con attenzione le condizioni prima di prenotare.
Attenzione: alcune compagnie di noleggio potrebbero richiedere un piccolo sovrapprezzo per la guida oltre frontiera, dal Canada agli Stati Uniti o viceversa. Verificate sempre i dettagli e chiedete conferma alla compagnia se non viene specificato con chiarezza, onde evitare spiacevoli sorprese dell’ultimo minuto.
NON PRENOTATE con ACE Car Rental
Per questo viaggio ci siamo purtroppo imbattuti in una piccola disavventura proprio relativa al noleggio auto, che ha intaccato finanze e serenità e non lo nascondo, è ancora difficile da digerire. Lo racconto perché da un lato è importante fare sempre grande attenzione, dall’altro è giusto sapere che gli imprevisti possono capitare a tutti, anche a chi viaggia spesso e da tanti anni.
In breve: quando ho prenotato l’auto a noleggio tramite un comparatore ho osservato solo le valutazioni interne al comparatore stesso, senza cercare la compagnia (locale, non uno dei grandi nomi internazionali) anche su Google. Un eccesso di fiducia o una leggerezza dovuta alla stanchezza del periodo, che purtroppo ci è costato caro. Arrivati al banco di noleggio ci siamo subito resi conto che l’agenzia non era affatto affidabile: nonostante delle cifre scritte nero su bianco il prezzo improvvisamente si era alzato di centinaia di euro, in più l’ufficio e il personale ci trasmettevano una generale sensazione di insicurezza. Abbiamo quindi deciso di non proseguire con il contratto e andarcene – io già mi immaginavo in mezzo al nulla con un guasto alla macchina e nessuno che ci prestasse assistenza, o peggio bloccata alla frontiera con gli USA con i documenti non in regola. Ad agosto però trovare un’altra auto a noleggio disponibile a Montreal non è stata un’impresa semplice e il costo finale si è alzato parecchio. Nello specchietto più su ho scritto quella che era la cifra che avremmo dovuto pagare (800€ circa totali): nella realtà ne abbiamo dovuti sborsare circa 1300. Una lezione amara, ma in qualche modo l’importante è essere riusciti a proseguire. Voi fate più attenzione e soprattutto non prenotate per nessun motivo con ACE Car Rental!
I pedaggi nella costa Est degli Stati Uniti
Lungo la costa Est degli Stati Uniti si percorrono diversi tratti di autostrada che richiedono il pagamento di un pedaggio. La gestione delle autostrade USA è piuttosto confusionaria poiché ogni stato ragiona per sé, quindi cercherò di riassumere solo i concetti principali che vi possono tornare utili per questo itinerario:
- Le strade ed infrastrutture a pagamento sono segnalate (“Toll road”) e possono quindi essere evitate, ma a volte questo potrebbe richiedere un viaggio più lento o molto più lungo. Sono a pagamento ad esempio alcuni ponti e tunnel, che permettono di velocizzare il percorso. Potete verificare la differenza tra le due opzioni su Google Maps, selezionando il filtro che permette di evitare le strade a pedaggio.
- Nelle strade a pagamento non c’è un sistema di caselli come in Italia. Il percorso è sempre libero, finché in alcuni punti non vedrete delle barriere automatiche con telecamere. A volte ci sono delle corsie dedicate al pagamento del pedaggio tramite cassa che potrete imboccare, molte altre volte no quindi non fateci troppo affidamento.
- La cosa più semplice è essere dotati di un dispositivo equivalente al nostro Telepass. Nelle diverse zone degli USA esistono sistemi differenti per la gestione dei pedaggi, ma nel Nord Est fortunatamente quasi tutti gli Stati aderiscono al programma E-ZPass. Il dispositivo E-ZPass va richiesto alla compagnia di noleggio, verificandone l’eventuale costo.
- Se non avete un E-ZPass, la targa dell’auto verrà comunque registrata dalle telecamere. In alcuni stati come New York potrete accedere al sito dell’E-ZPass locale dopo il passaggio, inserire il numero di targa e pagare i pedaggi in sospeso online, altrimenti i diversi addebiti verranno inoltrati al proprietario del veicolo e quindi all’agenzia di noleggio. Sarà poi la compagnia a inviarvi una fattura totale di quanto dovuto e trattenere l’importo sulla carta di credito, di norma entro una trentina di giorni.
Se volete approfondire, su questo sito trovate tantissime altre indicazioni, ma vi consiglio di non fasciarvi troppo la testa: se noleggiate l’auto con una grande compagnia è molto probabile che avrete già incluso un E-ZPass o dispositivo simile, altrimenti il sovrapprezzo richiesto per pagamento con carta di credito successivo al termine del noleggio è di norma abbastanza basso (10-15$ nel nostro caso).
Dove dormire in un itinerario lungo la East Coast USA
Gli alloggi prenotati per questo itinerario si dividono principalmente in due categorie: le camere in città e quelle “lungo la strada”, necessarie per spezzare un lungo percorso in auto. Le esigenze sono diverse a seconda della categoria. Per le grandi città la necessità è quella di avere un alloggio non troppo lontano dal centro, con parcheggio incluso (o a basso prezzo) e meglio ancora se comodo a dei mezzi pubblici così da poter lasciare ferma l’auto. Lungo la strada invece il classico motel americano è spesso la scelta più semplice e scegliere una cittadina anziché un’altra non fa una grande differenza.
Ho effettuato come sempre una prima ricerca su Booking.com, ma in alcuni casi ho poi cercato delle soluzioni con angolo cottura su Airbnb, specie per le grandi città. Un appartamento Airbnb con accesso a lavatrice e asciugatrice ci è stato poi utilissimo a metà viaggio, dato che avevamo deciso di partire con il solo bagaglio a mano (non so se lo ricordate, ma la scorsa estate la situazione bagagli negli aeroporti era abbastanza drammatica e abbiamo preferito non rischiare).
Ecco quindi tappa per tappa dove abbiamo dormito:
♦ MONTREAL: Auberge St Jaques, motel a metà strada tra l’aeroporto e centro città. Abbastanza classico, camera ampia e con tutto ciò che poteva servirci per una notte.
♦ OTTAWA: WelcomINNS, anche qui niente da segnalare, un classico motel.
♦ ALGONQUIN PP: l’Algonquin Park merita un discorso a parte, poiché cercando su Booking non troverete nessuna struttura ricettiva in zona. In questi casi faccio un passaggio su Google Maps per capire se esistono o meno delle opzioni, anche se non inserite nei principali comparatori di viaggio. Grazie a Google quindi si può verificare che a East Gate e dintorni ci sono in effetti alcune strutture ricettive, che è possibile prenotare tramite il sito del parco: Algonquin accomodations.
Noi in particolare abbiamo dormito all’East Gate Motel. Mi raccomando prenotate per tempo perché d’estate la zona è molto frequentata.
♦ TORONTO: appartamento prenotato su Airbnb in zona High Park, al momento però non è disponibile sul sito. In generale la città non è economica quindi meglio prenotare con molto anticipo. Per un buon rapporto qualità prezzo su Booking vi consiglio di dare un’occhiata a questa guesthouse.
♦ TAPPA INTERMEDIA #1: nello spostamento tra Toronto/cascate del Niagara e Washington vi servirà una prima tappa intermedia, per non passare otto ore consecutive alla guida. Qualsiasi motel nella zona tra Altoona e Bedford andrà bene, a seconda dell’offerta che riuscite a trovare. Nel nostro caso abbiamo dormito al Quality Inn&Suites di Altoona.
♦ WASHINGTON D.C: camera molto ampia prenotata su Airbnb nella zona Nord Est della città, con accesso alla lavanderia.
♦ PHILADELPHIA: appartamento Stay at Luna. Mi raccomando in città NON prenotate camere nella zona di Kensington, purtroppo una delle aree più pericolose degli Stati Uniti a causa dell’emergenza oppioidi.
♦ NEW YORK: viaggiando in auto e dovendo poi proseguire verso gli Hamptons, abbiamo optato per una sistemazione a Brooklyn che offrisse anche un parcheggio gratuito, un classico motel La Quinta. Se vi fermate in città più a lungo potete però valutare un alloggio più vicino a Manhattan, prestando attenzione ai costi del parcheggio che possono diventare impegnativi.
♦ TAPPA INTERMEDIA #2: seconda tappa intermedia nel Connecticut. Se avessi trovato un alloggio a prezzo umano negli Hamptons o a Montauk mi sarei fermata molto volentieri, ma i costi erano troppo alti quindi abbiamo dormito al Red Roof Inn Milford, poco distante dall’attracco del traghetto.
♦ BOSTON: appartamento (bellissimo!) prenotato su Airbnb, in posizione comoda vicino a una fermata della linea rossa della Metro.
♦ TAPPA INTERMEDIA #3: ultima tappa intermedia nel Vermont, anche in questo caso necessaria per spezzare il lungo viaggio di rientro verso il Canada. Ci siamo fermati al Mountain Sports Inn di Killington, alloggio di montagna molto carino e vicino a un buon ristorante.
Dove mangiare
Come sempre chiudiamo questo itinerario lungo la Costa Est di Stati Uniti e Canada con alcuni indirizzi di ristoranti/pasticcerie che vi consiglio. È chiaro che parliamo di città enormi che sicuramente offrono tantissime opzioni diverse, questi sono quindi solo alcuni indirizzi che ho avuto modo di provare.
A Montreal:
- Caffè e colazione da La Finca cafè & marché local
- Cibo tipico da Saint Houblon. Nel quartiere si trovano tantissimi ristoranti anche etnici tra cui scegliere.
A Toronto:
- Colazione o brunch da School resto, locale a tema davvero carinissimo. Quei pancakes giganti ancora li sogniamo la notte.
A Washington:
- Non potete perdervi una sosta anche solo per l’aperitivo da Martin’s tavern, una vera e propria istituzione a Georgetown. Frequentato negli anni da diversi presidenti americani (qui troverete ad esempio il tavolo dove JFK fece la proposta a Jacqueline), è uno dei più vecchi ristoranti della città e un punto d’incontro fondamentale nel quartiere.
A Philadelphia:
- A proposito di presidenti, cercate la foto di Obama alle pareti del 4th St Delicatessen, classico deli americano. Da provare i sandwich giganti e i cookies. In città il ‘piatto tipico’ è poi il panino Cheese steak, ma è la classica cosa che si prova per tradizione per poi pensare che non ne valeva così tanto la pena.
- Ho bevuto un caffè eccezionale (e da amante del caffè non scherzo su queste cose) da Thank You Thank You, non lontano dall’Independence Hall.
A New York: trovate sul blog due articoli completi su dove mangiare in città, dolce e salato.
A Montauk:
- Una giornata a Montauk non può dirsi completa senza una sosta al Lobster Roll. Se poi avete amato la serie The Affair, questa è decisamente una tappa obbligata!
A Boston:
- Vicino al porto vi consiglio The Boston sail loft, locale tipico con una bellissima atmosfera “local” dove gustare un ottimo chowder.
- Merita la visita anche il classico mercato coperto, perfetto per una pausa più veloce.
- Per caffè e colazione mi è piaciuta moltissimo Tatte Bakery: ho scoperto poi che è una catena, oltre a molte filiali a Boston potrete trovarla anche a Washington DC.
Lungo la Route 100:
- L’ultimo giorno ci siamo fermati un po’ per caso da The Rochester Cafè & country store e l’ho adorato. Il classico locale di paese americano che sembra uscito da una serie tv. Pancake senza fronzoli ma molto buoni.
- Di fianco al Mountain Sports Inn di Killington potete fare un’ottima cena tipica da Rivershed.